Cenni Storici del Judo Kodokan
La storia del Judo Kodokan è strettamente legata a Jigoro Kano (1860-1938) e rappresenta un momento cruciale nell’evoluzione delle arti marziali tradizionali giapponesi verso una forma moderna, educativa e sportiva.
Kano era un intellettuale, laureato in letteratura e scienze politiche all’Università di Tokyo. Alla fine del XIX secolo, periodo di rapida modernizzazione del Giappone dopo la restaurazione Meiji, si rese conto che le arti marziali tradizionali stavano scomparendo.
Allievo di diversi maestri di Ju Jitsu, tra cui Fuduka Hachinosuke, Iso Masatomo e Iikubo Tsunetoshi, Kano comprese che molte tecniche potevano essere adattate a un contesto educativo, eliminando gli aspetti pericolosi e mortali, mantenendo quelli utili allo sviluppo fisico, mentale ed etico dell’individuo.
Studiò diverse scuole di Ju Jutsu come la Tenjin Shin’yo e la Kito-ryu e, constatata la pericolosità di molte tecniche, decise di creare un sistema più sicuro, fondato su principi morali e pedagogici.
Nel 1882, a soli 22 anni, fondò il Kodokan (luogo dove si insegna la via) con soli 12 tatami e 9 allievi. Nacque così ufficialmente il Judo Kodokan, una disciplina basata su:
- Valori morali ed educativi: rispetto, disciplina e cooperazione;
- Tecniche di controllo, proiezioni, leve, soffocamenti e immobilizzazioni ereditate dal Ju Jutsu, eliminando quelle pericolose;
- Una visione moderna dello sport e dell’educazione.
Kano definì il Judo come “via della cedevolezza” o “via della flessibilità”, basato su due principi fondamentali:
- Seiryoku Zenyo: miglior uso dell’energia;
- Jita Kyoei: prosperità reciproca per sé e per gli altri.
Il Judo si diffuse in Giappone nelle scuole e nelle università grazie anche al sostegno del Ministero dell’Educazione. Dagli inizi del ‘900 arrivò anche all’estero, soprattutto in Europa, Russia e Stati Uniti. Nel 1964 il Judo entrò a far parte delle Olimpiadi di Tokyo, sancendo la sua affermazione internazionale.
Perché fare Judo
Benefici fisici
- Forza e resistenza: il Judo allena tutto il corpo, sviluppando muscoli, coordinazione e agilità.
- Flessibilità ed equilibrio: richiede movimenti fluidi e controllati, utili anche nella vita quotidiana e per migliorare la postura.
- Autodifesa: insegna a difendersi sfruttando la forza dell’avversario in modo sicuro ed efficace.
- Controllo del peso: un’attività completa che aiuta a perdere peso o mantenerlo.
Benefici mentali e caratteriali
- Disciplina e rispetto: valori fondamentali nel Judo; si impara a rispettare il maestro, i compagni, gli avversari e sé stessi.
- Autocontrollo e pazienza: aiuta a gestire emozioni come ansia, rabbia e frustrazione.
- Autostima e fiducia: affrontare le sfide e migliorarsi nel tempo genera soddisfazione e sicurezza.
- Concentrazione: richiede attenzione costante e capacità di anticipare i movimenti dell’avversario.
Benefici sociali
- Spirito di squadra: anche se è uno sport individuale, ci si allena insieme e si cresce con il gruppo.
- Amicizie e condivisione: il dojo diventa spesso un ambiente familiare e inclusivo
I valori del Judo
- Cortesia (Reigi)
- Coraggio (Yuki)
- Onestà (Seijitsu)
- Modestia (Kenson)
- Rispetto (Sonkei)
- Autocontrollo (Jisei)
- Amicizia (Yujo)
CINTURE NERE E TECNICI JUDO AICS
| COGNOME NOME | QUALIFICA E GRADO |
| SPADARO PIETRO | MAESTRO 6° DAN |
| PILARA ROBERTO | MAESTRO 4° DAN |
| ARDAGNA LIDIA | ISTRUTTORE 3° DAN |
| GIAMMALVA MARIA | ALLENATORE 2° DAN |
| PALERMO ANDREA | ALLENATORE 2° DAN |
| GALIFI BENEDETTO | ALLENATORE 2° DAN |
| FONTANA GIUSEPPE | ALLENATORE 2° DAN |
| PUMA ANTONINO | ASP ALLENATORE 1° DAN |
CINTURE NERE E TECNICI JUDO FIJLKAM
| COGNOME NOME | QUALIFICA E GRADO |
| SPADARO PIETRO | MAESTRO 6° DAN |
| SERCIA ALESSANDRO | ALLENATORE 3° DAN |
| GALIFI BENEDETTO | ALLENATORE 2° DAN |
| PALERMO ANDREA | ALLENATORE 2° DAN |
| PILARA ROBERTO | 2° DAN |
| ARDAGNA LIDIA | 2° DAN |
| TORRENTE MARINA | ASP ALLENATORE 1° DAN |
| FONTANA GIUSEPPE | 1° DAN |
| PUMA ANTONINO | 1° DAN |
| GIAMMALVA MARIA | 1° DAN |
